Il lavoro che svolgo per le aziende alimentari si centra sul sapore: riguarda la messa a punto di nuovi prodotti, l’assaggio e valutazione di quelli esistenti o dei prototipi di nuove realizzazioni, o la ricerca di materie prime.
La consulenza nelle aziende alimentari mi ha insegnato che troppo spesso i processi industriali si basano su alcuni preconcetti su sapore ed ingredienti che ritengono debbano essere superati con un vantaggio per tutti.
Nel corso della mia esperienza come consulente per le aziende alimentari ho adottato un sistema molto semplice di regole. Quando inizio un nuovo progetto, mi attengo scrupolosamente a esse.

Prima regola, il prodotto deve piacermi, deve soddisfare il mio palato. Seconda regola, il processo di produzione del prodotto deve essere industriale: grandi numeri, necessità di conservazione e distribuzione su larga scala ma non deve prescindere dalla scelta di ingredienti eccellenti, ricchi di sapore, privi di additivi, gli stessi che sceglierei per la mia cucina. Terza regola, il prodotto deve essere sano, senza eccessi di zuccheri o grassi.
Collaborare con le aziende alimentari per me non significa essere testimonial di un prodotto. Significa intraprendere un cammino che conduce alla messa sul mercato di un prodotto che prima non esisteva.
Ogni nuovo prodotto diventa una storia di successo
Zerbinati, Ferrero, Velier sono solo alcune delle aziende con cui ho lavorato con soddisfazione e successo. Dalla più piccola alla più grande, si tratta di aziende famigliari. L’incontro professionale con aziende dell’industria alimentare ha dato inizio a percorsi di ricerca accomunati dal desiderio di proporre qualcosa di nuovo, sia in termini di risultato, sia in termini di processo produttivo.
L’obiettivo, ed è ciò che maggiormente mi sta a cuore, è portare innovazione e valore aggiunto nel rispetto delle logiche aziendali. La principale differenza tra l’essere testimonial e l’essere consulente risiede proprio in questo. Conoscere i meccanismi e le complessità che regolano la vita aziendale è fondamentale per approcciare il lavoro insieme in modo costruttivo. La mia personale esperienza professionale, all’inizio della mia carriera, in aziende dell’Healthcare, è stata formativa in questo senso.

Con Zerbinati abbiamo ideato zuppe che facessero riscoprire il piacere di un sapore armonico, dato dall’insieme bilanciato di verdure BIO e ingredienti accuratamente selezionati.
Le fonti di ispirazione nascono in molti modi differenti. La struttura aziendale realizzava le ricette in una cucina come quella di casa, partendo da materie prime fresche, semplici, di qualità, seguendo le mie indicazioni. Poi passavamo all’assaggio e in un secondo momento l’azienda costruiva la linea industriale per riprodurre in grande scala esattamente ciò che veniva fatto in cucina, immaginate degli enormi pentoloni per la zuppa controllati da timer e sensori.
Per il primo hamburger vegetale completamente naturale prodotto in Italia con loro ho seguito suggestioni della cucina greca, ispirandomi ai keftedakia. Si tratta di polpettine realizzate con yellow split pea, legumi simili alla cicerchia. Grazie alle proprietà di questa verdura, caratterizzata da un naturale potere addensante, abbiamo potuto proporre un prodotto privo di soluzioni artificiali. Soprattutto buono. E che è stato parecchio copiato.

Con Ferrero ho contribuito a disegnare uno snack che avesse il profumo e il sapore degli ingredienti che un tempo erano alla base di una merenda sana e saporita.
All’Expo2020 ho coinvolto il management in una sessione di assaggio in cui si confrontavano le varie opzioni del prodotto con i migliori pane, latte e marmellata d’Italia. Così è nato Kinder Cerealè: uno snack che, inserendo nella ricetta farina integrale e segale, rappresentava una svolta importante per l’azienda.

Recentemente ho avuto la possibilità di lavorare con un’azienda molto etica, Velier, che seleziona e distribuisce alcolici e prodotti di autentici artisti del cibo: contadini e artigiani.
Per Velier ho svolto un lavoro di mappatura e selezione di piccoli produttori di eccellenze gastronomiche, gli stessi che tengo nella mia dispensa. Non ho avuto quindi alcuna difficoltà ad esserne anche testimonial, perché il mio apprezzamento è autentico e sincero.
Credo nella possibilità di produrre prodotti genuini, dal buon sapore, realizzati con ingredienti naturali. Su di essi metto volentieri tutta la mia esperienza, e anche la mia faccia.