Quando sarà tramontato il dì di festa, avrete cura di espiare con rigore indorientale gli eccessi delle libagioni tradizionali. Per un ciclo lunare bandirete dalla tavola l’olio, sia crudo che cotto. Vi asterrete dal consumo di carne di maiale, zucchero e alcoli. Preparerete invece abbondanti brodi di verdure e piccoli pesci a carne bianca, cotti per poco tempo a fuoco vivo con un paio di bacche di ginepro e la scorza di un limone, accuratamente filtrati, sorbiti tiepidi e in silenzio.
Rape, radici, cavoli, cavolfiori e cipolle: crudi, sbollentati in acqua salata, fatti andare al forno sotto sale, marinati nell’aceto o saltati appena in padella con zenzero fresco e poco brodo di pollo, accompagneranno una coppetta di riso integrale al vapore, che sarà l’unica portata del Vostro pasto, da domenica a domenica.
Non dimenticherete di insaporire le pietanze con poco peperoncino fresco e buccia di mandarino grattugiata. Pelerete accuratamente i frutti e lascerete asciugare gli spicchi all’aria per un paio d’ore almeno, e poi ne prenderete qualcuno a metà mattina e a metà pomeriggio, schiacciandoli con la lingua contro il palato.
La mattina, dopo le orazioni, berrete una tazza di the verde, a cui avrete aggiunto una foglia di salvia. Rifornirete la teiera con nuova acqua calda e ne berrete l’infuso, amaro, durante l’intera giornata. Non meno di un litro. Per la purificazione del Vostro corpo e del Vostro spirito. Amen.
Dalle memorie di un cuoco religioso, missionario nell’anno del Signore millesettecentonovanta e qualche cosa.
Da La Stampa del