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CAFFÈ SPECIALTY PER UNA TAZZINA PIÙ BUONA

Gli italiani sono convinti di possedere le maggiori competenze in fatto di musica, di caffè e di amore. La credenza è ben corroborata dal parere degli altri abitanti del Pianeta, ma, in realtà, nel Belpaese ben pochi saprebbero citare un paio di battute della Boheme, nelle questioni di cuore non molti praticano la libertà e la soddisfazione, lontano da stereotipi maschilisti, e una risibile percentuale è in grado di giudicare con competenza il sapore di una tazzina.

E allora, negli anni Settanta, ha iniziato a farlo un’associazione di baristi, torrefattori e produttori americani, che ha definito i rigidi paletti che, previo assaggio di un gruppo di esperti, permettono di etichettare un caffè come eccezionale, “specialty coffee”.
Solo le miscele che superano gli 80 punti possono far parte di questo club del gusto, che valuta le peculiarità e l’assenza di difetti di tutta la filiera, dalla varietà, all’origine, dal metodo di coltivazione a quello di raccolta, dalla tostatura del chicco verde alla macinatura prima dell’infusione.
I metodi di estrazione della bevanda, percolatura, filtro, moka o espresso, possono variare, ma spesso è proprio nel consumo alla nordica, a basse pressioni e temperature, come un the, che si ottengono dalle miscele i risultati aromatici migliori per ricchezza e persistenza.

Sono finalmente sempre più numerosi anche in Italia i baristi con questa cultura e abilità e i grandi marchi hanno da tempo linee dedicate agli specialty per filtro o espresso. Assaggiateli e iniziate a pretendere il meglio, a tutte le ore, in ogni tazzina.

Da La Stampa del