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CUCINARE CON I BAMBINI, UN PRIVILEGIO ESTIVO

Emilia è una ragazzina di quinta elementare con la frangetta. Ha lo sguardo sveglio e attento, un fisico da atleta e le piace cucinare. L’ho incontrata sei mesi fa tramite suo zio e, da allora, ha continuato a richiedere di cucinare con me.
Il desiderio si riconosce dalla costanza con cui si cerca di perseguirlo. Quindi l’abbiamo accontentata.

Da soli e in silenzio, lavate le mani, rimboccate le maniche, legati i capelli e allacciato il grembiule, ci siamo messi all’opera.
Emilia ha per nonna una cuoca fenomenale ma che, com’è naturale, la tratta da nipote. Ho provato invece a considerarla un’adulta e a darle fiducia.
L’ho invitata a assaggiare la differenza tra prodotti dell’orto e della grande distribuzione e a decidere, in autonomia, la quantità di sale da utilizzare. Le ho lasciato maneggiare acqua bollente, grattugie affilate e un grande coltello, forse il primo della sua vita, per cimentarsi, da sola, in tutti i passaggi di un piatto per otto persone: crema di trombette dell’orto. Le zucchine bollite montate all’olio con menta fresca, crude marinate al limone, salsa salata allo yogurt e aglio di Vessalico e, per decorazione, i fiori non schiusi, conditi.

Dopo cena, con mia commossa sorpresa, ha iniziato a chiamarmi “maestro”.
Ho dedicato molto tempo negli ultimi dieci anni a cucinare insieme a ragazzi e bambini, lontano dai social, proprio per non trasformare un incontro in un’esibizione, ma questo non era mai accaduto. Ve l’ho raccontato non per vanagloria ma per invitarvi a utilizzare le vacanze per una delle occupazioni più soddisfacenti al mondo: cucinare con figli e nipoti. Anzi, sarebbe meglio che li scambiaste con i vicini di casa e di ombrellone, perché è un dono enorme poter essere maestri ma con i propri familiari è quasi impossibile.

Da La Stampa del