Tra il raddoppio delle bollette elettriche e i venti di guerra che soffieranno ulteriormente sulle già incrementate tariffe del gas, non è facile orientarsi sulla scelta tra fornelli elettrici o a gas.
Ma il dilemma non si può risolvere solamente con valutazioni economiche.
È vero che l’induzione garantisce una minor dispersione di calore, nell’ambiente e verso i manici delle padelle, e assicura una bollitura dell’acqua in tempi record, ma in Italia i contatori domestici raramente superano i 4 Kilowatt, impedendo di fatto l’accensione simultanea di tutti i fornelli o la possibilità di cucinare mentre qualcun altro si asciuga i capelli.
Spesso si ovvia con piastre depotenziate, che fanno però perdere all’elettricità la maggior parte del proprio vantaggio. Inoltre non è così semplice ottenere una cottura prolungata, al minimo, per ore, senza che la temperatura dei cibi si alzi e si abbassi in un continuo gioco di auto-regolazione.
E, a proposito di regolazione, con le mani bagnate è un’impresa destreggiarsi con i pulsanti a sfioramento.
Il gas è meno efficiente ma permette di stimare da lontano la vivacità della cottura, si gestisce con una manopola in maniera intuitiva e millimetrica e non ci sono dubbi su quando sia acceso o spento.
Soprattutto, trasmette calore alla padella anche quando la si sollevi dal fuoco, per saltare la pasta o qualsiasi altro cibo, o per asciugarne il liquido, inclinando il bordo del recipiente verso il calore.
Per non parlare della poesia del fuoco che scalda vivande e commensali.
Avrete capito, il mio cuore batte per la fiamma.
Da La Stampa del