La grana del grano Senatore Cappelli - Doctor Chef
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La grana del grano Senatore Cappelli

Il Senatore Cappelli è uno dei migliori grani d’Italia.

Non è antico, perché è nato negli anni ‘20 e non è neppure a basso contenuto di glutine, perché ne contiene parecchio.

Ma è comunque eccezionale per digeribilità e qualità della semola.
Non è amico dei fertilizzanti, non è precoce, la spiga è alta quasi due metri, motivo per cui è caduto in disgrazia di fronte all’avanzata dell’agricoltura industriale.

Inoltre ha il difetto di perdere le sue qualità in poche generazioni, se si semina a partire dai chicchi raccolti e non dal seme prodotto in purezza.

La trasmissione televisiva Report ha sollevato un gran polverone in cui è molto complesso capire da che parte stia la ragione. Una società si è dedicata alla conservazione, produzione e distribuzione del seme agli agricoltori, riconoscendo loro un prezzo elevato ma obbligandoli a riconsegnare tutto il raccolto: i contadini guadagnavano, l’eccellenza del prodotto era garantita, ma si trattava di un monopolio, che è stato giustamente sanzionato.

Altri concorrenti avrebbero voluto ripiantare i chicchi in autonomia, conservando il nome del grano che, di fatto, avrebbe però perso le sue caratteristiche.

Perché non ci pensa lo Stato a produrre il seme e a venderlo a tutti gli agricoltori, per difendere democraticamente questa eccellenza salutistica e gastronomica? Perché il Senatore Cappelli, coltivato in maniera tradizionale, ha un sapore eccezionale e, polemiche di campanile a parte, il fatto che quello vero sia introvabile mi dispiace un bel po’.

Da La Stampa del