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L’INCLUSIONE INIZIA IN MENSA

Ormai è assodato che, nel prossimo futuro, chi avrà maggiori disponibilità si garantirà l’accesso a cibo fresco, sano, abbondanti verdure coltivate in maniera rispettosa dell’ambiente e del sapore, pesce fresco pescato eticamente, talvolta carne di allevamenti sostenibili. Questo si tradurrà in miglior forma fisica, minori probabilità di ammalarsi e maggiori opportunità di sviluppo neuroendocrino per i propri figli.

Al contrario, gli individui con minori possibilità si nutriranno soprattutto di grassi e carboidrati, di alimenti potenzialmente contaminati e di cibi con minor contenuto aromatico, con aumento del rischio di contrarre obesità e malattie metaboliche per se stessi e per la prole.

Con “possibilità” non si deve intende però il solo potenziale economico ma la facilità di accesso al cibo ricco in sapore e salute, che dipende dal contesto sociale, dalle abitudini di vita, dall’aerea di residenza e, soprattutto, dalla conoscenza specifica.

Per questo, uno stato moderno dovrebbe fare dell’inclusione alimentare uno dei propri pilastri, garantendo a tutti gli individui, a prescindere da genere, provenienza, religione, fragilità, disponibilità economica, competenza e cultura, l’accesso al cibo di qualità, almeno una volta al giorno, all’interno di scuole, università, aziende e ospedali. Nelle mense si cucina ogni giorno l’Italia di domani.

Da La Stampa del