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MAI SOTTOVALUTARE LE CONSEGUENZE DELL’AMORE

Cuore e stomaco hanno sempre avuto una relazione piuttosto stretta, non solo anatomica, dove li separa un robusto diaframma muscolare, ma nella vicenda storica, come in quella personale di ognuno, dove sono collegati da un’invisibile rete di trasmettitori nervosi che va dal cervello al budello.

Per questo i campanellini del primo innamoramento si sentono solo nei fumetti, mentre tutti hanno conosciuto le farfalle nello stomaco, che stritolano i malcapitati in un misto tra nausea e vorace struggimento, che non si placa né con l’antiacido né al palesarsi degli amati. Invece l’incontro nell’amore reale mette appetito e si sublima spesso in un sempiterno banchetto, una bottiglia ogni sera, da accompagnare a pastasciutte condite, focacce appena sfornate e burro da mangiare e maneggiare.

E i centimetri sul giro vita appaiono di lì a poco, appena in coda al sorriso sardonico stampato sui volti. E’ ancora questione di cervello poi l’acquolina in bocca generata dal cibo afrodisiaco, leggendario di nome e di fatto, perché non c’è droga nel cibo, se prima non è condito dalle parole del cuore, che possono avere effetto solamente su un uomo o su una donna davvero in grado di ascoltarle.

L’amore che finisce strizza invece i visceri in una morsa di sofferente inappetenza, doloroso dimagrimento e rifiuto del sapore, della vita e nel palato. Insomma, l’amore può far ingrassare, dimagrire, sdilinquire gli intestini, contorcere le budella. Conviene pensarci molto bene prima se si è deboli di stomaco.

Da La Stampa del