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Odio le sedie dei ristoranti!

Mi ero scordato di quanto potessero essere scomode le sedie dei ristoranti.

Dopo mesi tra il divano e il tavolo di casa, la fantasia di architetti e chef, che evidentemente non hanno mai cenato ai propri tavoli, rende indigesto qualsiasi boccone.

I modernisti hanno trasformato le trattorie in altisonanti “bistrot” dove le uniche vette sono appunto quelle delle “cadreghe” dalle gambe di fenicottero, poste accanto a striminziti tavoli sopraelevati. Naturalmente nessuno ha pensato a degli appoggi per i piedi, che penzolano imbarazzati sotto al tovagliolo, spesso di carta, per essere anch’esso alla moda.

Le panche rivestono le pareti dei locali più angusti, provocando vaste manovre di plotone quando l’avventore dell’angolo decida di raggiungere il bagno costringendo all’attenti tutta la fila.Le sedie che traballano sono appaiate ai tavoli che ancheggiano e si accoppiano con camerieri latori di zeppe, che raramente riportano in piano la soddisfazione del claudicante desinare.

Alle sedie che scricchiolano, vezzo brocante o esito raffazzonato d’architettura d’interni da rigattiere, non c’è invece rimedio, se non soprassedere.Sgabelli e trespoli da circo anticipano a volte una cucina che ambisce a essere funambolica mentre è spesso solo clownesca.

Giustifico i ristoranti dal conto a tre zeri, che hanno sostituito le sedie con poltroncine dotate di braccioli che, bloccando le braccia al gomito, intralciano l’uso di coltello e forchetta, soltanto perché lì è previsto che, a un impercettibile cenno, siano i camerieri, a occuparsi di imboccare i clienti.

Da La Stampa del