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RISTORANTI: ATTENTI AGLI AUMENTI!

È ora di fare i conti. I panini dell’Autogrill sono arrivati a 7 euro, il caffè in alcuni bar a 1,50, i menu di molti ristoranti sono stati ritoccati di oltre il 20%, i listini dei vini segnano rincari medi del 10% con aumenti al tavolo fino al 30%.

Certamente per i ristoratori sono saliti i costi delle materie prime e, soprattutto, quelli dell’energia. Ma i consumatori, che sperimentano egualmente l’esplosione delle bollette, del cibo al mercato e della benzina, senza percepire concretamente il calmiere governativo sulle tariffe, si ricordano bene dei numerosi ristori erogati alla ristorazione, della concessione gratuita di plateatici e déhors, a scapito di suolo pubblico e parcheggi, e delle ordinazioni solidaristiche di cibo d’asporto nei periodi più bui del morbo.

A questo si uniscono il cambiamento delle abitudini di vita inculcate dalla segregazione, la perdita di attitudine alla socialità innescata da due anni di isolamento, che hanno spinto molti giovani a preferire la frequentazione virtuale a quella in presenza, e la sfiducia nel futuro, determinata dal drammatico conflitto ai confini dell’Europa, che contiene ulteriormente la spinta ad uscire di casa, che già si stava rimodellando sui soli giorni del fine settimana.

Ognuno ha le proprie ragioni, ma se salterà l’equilibrio precario tra costo e beneficio di un pasto al ristorante, paragonato a quello di un sempre più conveniente banchetto domestico, sarà messa a repentaglio l’alleanza tra oste e cliente, e potrebbero non bastare i mesi di euforia estiva a salvare dalla chiusura molti attori di questo settore.

Da La Stampa del