Sabato, domenica e ‘o cafè - Doctoer Chef - Federico Francesco Ferrero
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Sabato, domenica e il rito d’o’ café

Eduardo camminava per i quartieri di Napoli con il naso all’insu. Il sabato all’imbrunire raccoglieva con le narici il profumo del ragù messo a “pippiare” sul fuoco, ingrediente principe del pranzo di famiglia del giorno seguente. La domenica, di prima mattina, si incantava di fronte ai balconi fumanti dove anche Pasquale Lojacono lavorava all’”abbrustolaturo”. L’aroma dei chicchi tostati spandeva per i vicoli stretti e bui e salutava l’inizio del dì di festa.

Nei bassifondi di medesimi vicoli del Pireo, nel bar di Vassilis, il rito del caffè che bolle nel bricco di rame stagnato, e lento deposita la propria polvere sul fondo della tazza, mi annuncia ogni anno l’esordio della vacanza, in un giorno della settimana che sarà, fino al ritorno ad Atene, un perpetuo venerdì.

Il sabato sera, al ritorno dalle cime, Marco mette la caffettiera sulla stufa e l’amplesso odoroso della miscela che danza con il fumo dei ceppi roventi, precede l’istantaneo gorgogliare della schiuma sulla ghisa arroventata. Domani sarà ancora domenica.

Ma è il profumo intenso del caffè ristretto alla napoletana, che scende schiumoso dalla macchina a leva di Don Ciccio e incontra nel vetro caldo del bicchiere la scorzetta di un limone d’Amalfi e mezzo cucchiaino di zucchero a velo, che porta le narici in paradiso. Provate a farlo anche Voi, anche con la cialda. Con un caffè così sarà domenica tutti i giorni.

Da La Stampa del