Le uova marce non piacciono a nessuno. Ma questi artefatti, che sarebbero utili per raggiungere il volto dei nostri politici attuali, nessuno escluso, state sereni, non sono poi così semplici da ottenere. Intanto, a temperature normali, per ottenere questa sublimazione, ci andrebbero quasi due mesi. Sopra i trenta gradi umidi invece il processo è ben più rapido. Diciamo che a casa è meglio tenere le uova sotto ai venti gradi, dove conserveranno l’aroma caratteristico dell’uovo fresco per tre giorni e poi continueranno ad essere onestamente commestibili per i successivi venticinque.
Ma il reale dilemma è la conservazione: in frigorifero o a temperatura ambiente? Beh, intanto se sono state in frigo tiratele fuori solo per cucinarle, che la condensa non giova ai processi batterici. Quindi niente ping-pong, dentro e fuori dal ghiaccio.
Poi le uova non andrebbero mai lavate, se non al momento del consumo, perché l’acqua rende il guscio più permeabile ai batteri e quindi, negli USA, dove il terrore delle malattie, ma soprattutto del cibo vero, la fa da padrone, la disinfezione dell’uovo impone immediatamente la sua conservazione in cella. In Italia, dove siamo rincoglioniti ma non del tutto, le uova possono stare tranquillamente fuori dal frigo, se certo a casa Vostra non avete ricreato il clima della foresta del Borneo.
Ma come, e se sono sporche di m….? Beh, intanto quelle del supermercato non lo sono di certo, sono magari contaminate da mille agenti chimici ma di quelli organici ne hanno visti ben pochi. Dunque, se le galline vengono trattate come si deve, con lettiere fresche, ben pulite, di paglia, cambiate frequentemente, le uova risultano per lo più ben pulite, e adatte a lunga conservazione in dispensa. Anche al supermarket comunque, i cartoni di uova industriali non stanno al fresco, ma adagiati con noncuranza in testata di corridoio, vorrà dire che non è pericoloso.
Il mio consiglio è di scegliere uova del contadino, che lasci le galline scorrazzare libere, ma che le tratti con pulizia, e lo noterete dai gusci puliti. Se proprio dovete andare al negozio, scegliete quelle che hanno stampigliato uno “0” sul guscio come prima cifra: sono da galline allevata all’aperto, perché a terra, badate bene, non significa nulla, ma solo che i polli stanno sul cemento, magari stipati in un capannone. Quando le avete trovate, tenetele in una ciotola di coccio, nella parte più fresca della cucina, dove non potranno assorbire gli odori del frigo. E mettetele in padella, senza paura, a colazione.
Da La Stampa del