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Vino salato al ristorante

Quanto è caro il vino al ristorante!

E’ il commento che più spesso ricevo dai lettori che, da mesi in smart working, stanno sperimentando lo smart drinking.

Un occhio al computer e l’altro al portafoglio, iniziano a farsi qualche conto. L’etichetta di Nebbiolo acquistata in cantina a 10 Euro e scovata on-line a 15, trasporto incluso, si paga al ristorante non meno di 20 Euro.

Più che lecito: i costi della ristorazione, tasse e incertezze incluse, sono molto alti e spesso tocca alle bevande salvare il bilancio di un tavolo che diversamente sarebbe in perdita.

Ma se la bottiglia reperita dal produttore a 40 Euro viene servita a 80, è sempre più concreto il rischio di vedere la clientela ordinare etichette meno care, assaggiare una sola bottiglia invece di provarne un paio e riservare alle mura domestiche i vini di prezzo medio-alto.

Quando poi il prezzo alla fonte tocchi i 100 Euro e quello al tavolo sfiori i 300 bevono solo più i ricchi e non gli appassionati, i quali sarebbero disponibili a mettere mano ai risparmi per poter gustare vecchie annate non più in commercio ben conservate nelle cantine dei ristoranti, ma che, sempre più sovente, per motivi di costi di magazzino e di scarsità dell’offerta, trovano in carta le medesime giovani bottiglie disponibili a portata di click.

Addizionare invece a qualsiasi bottiglia, indipendentemente dal valore di acquisto, un fisso per il servizio, tra i 15 e i 20 Euro, sarebbe forse più corretto e favorirebbe il consumo dei nostri vitigni più blasonati, oggi relegati dal ricarico a occasioni eccezionali.

Da La Stampa del