Il Doctor oggi si sente un po’ meno tronfio dello Chef.
Dopo aver sentito citare i colleghi medici tra gli eroi del nostro tempo, è ora la mia seconda anima a ritenere che sugli scudi debba salire tutta la categoria dei cucinieri domestici al tempo della DAD, donne per la maggior parte. L’Italia vera, non quella rassicurante degli spot televisivi, che ci propinano case enormi, cucine con camino e tavolate sotto al pergolato, è oggi retta da mamme instancabili, con i figli in apprendimento remoto.
Queste colleghe di padella allestiscono le postazioni elettroniche spesso sullo stesso tavolo dove imbandiranno cinque pasti, dalla colazione alla cena.
Quindi si dedicano allo smart working, con un occhio all’interazione scolastica a distanza dei figli e il naso concentrato sui profumi del focolare. E rimestano le pentole mentre trovano il tempo di giocare con l’altro figlio, stendere una lavatrice, stirare una camicia, nettare un bagno.
Le mamme, a differenza dei medici, non hanno giorni di riposo, e si pretende da loro pure la fantasia, soprattutto nel piatto. Attorno alla loro grazia in cucina ruota infatti l’opportunità di rendere ogni giornata di reclusione dissimile dalla precedente. Perché il cibo in zona rossa è di nuovo una delle poche occasioni di evasione condivise da tutta la famiglia.
Cari lettori maschi, anche Voi che pensate di far già la vostra parte, indossare il grembiule, almeno il sabato e la domenica, e lasciate che mogli, fidanzate, sorelle e amiche si prendano una pausa dai fornelli.
Ve la caverete bene con ricette semplici il cui primo ingrediente sia la gratitudine.
Da La Stampa del