Tre milioni di italiani sotto i 30 anni né studiano né lavorano ma non si trovano camerieri. Non si può liquidare il problema chiamando in causa solo il reddito di cittadinanza che, con 780 Euro al mese al massimo, non garantisce comunque una vita autonoma. Ma perché allora i candidati rifiutano 1400 Euro mensili netti?
Ho cercato le risposte leggendo per mesi centinaia di commenti sui social.
I motivi sono essenzialmente tre.
1. Con la pandemia i lavoratori del comparto, giovani e meno, hanno compreso il valore di stare a casa la sera, di trascorrere le feste comandate con i propri cari, di coltivare le proprie amicizie e passioni. Alcuni ristoranti provano allora a offrire, come da tempo all’estero, contratti su 4 o 5 giorni, con lavoro solo al mattino o alla sera.
2. Il ruolo sociale del personale di sala è poco considerato e la crescita di ruolo e stipendio praticamente impossibile negli anni.
3. La professionalità non viene né riconosciuta né insegnata né incentivata. Il mercato, affamato di personale, non distingue tra camerieri esperti o portatori di piatti.
I giovani non sono più disposti a lavorare senza orari. I loro nonni hanno fatto sacrifici che hanno cambiato l’esistenza delle generazioni successive ma oggi è impossibile risparmiare denaro e crescere di livello sociale.
E, nell’incertezza sanitaria, bellica ed economica, l’unico investimento resta quello su se stessi, sul proprio tempo.
Diminuiamo il costo del lavoro, rivediamo i turni, rimettiamo il cameriere al centro dei ristoranti, o presto saremo serviti dai robot.