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Calcoli

Caro dott. Ferrero, mi è stato riscontrato un piccolissimo calcolo renale e mi hanno consegnato una lista di cibi totalmente vietati: bieta, spinaci, barbabietola, sedano, cavolfiore, carote, fagiolini, cicoria, cetrioli, cipolle, melanzane, patate, peperoni, pomodori. E’ possibile che il calcolo mi sia venuto perché ho iniziato a mangiare più verdura?

Lettera firmata

Rispondere a questa lettera di un lettore, che è stato anche un mio paziente, che ha perso parecchi chili, corretto il proprio stile di vita e modificato completamente la propria aspettativa di salute, mi dà l’occasione di notare come, a volte, alcuni colleghi prescrivano, con leggerezza, delle modificazioni drammatiche delle abitudini alimentari, che non hanno reali evidenze di benefici. Il ruolo della dieta nella formazione dei calcoli renali, è molto limitato rispetto ad una più grande e complessa sequela di condizioni predisponenti. Non si registrano infatti epidemie, ma casi isolati, in comunità come le scuole o le caserme, dove tutti ricevono lo stesso cibo. Inoltre l’apporto di ossalato, il sale incriminato, tramite i cibi che ne sono più ricchi, inoltre è inferiore al 20%, mentre il resto deriva da processi metabolici. L’obesità, il consumo di smodato di carne rossa, la sedentarietà e l’eccesso di consumo di sale possono invece favorire la calcolosi renale. Trasformare la propria dieta in pane, salumi e pasta, non sarebbe una trovata geniale, perché vera condizione legata alla formazione dei calcoli è la predisposizione individuale. Sono note, infatti, anche delle familiarità. Per questo è fortemente sconsigliato infliggere ai pazienti un regime alimentare che riduca frutta e verdura, perché gli effetti negativi di questa dieta sono infinitamente superiori agli eventuali effetti protettivi, e i vegetali apportano notevoli quantità di liquidi, che rappresentano una delle poche reali possibilità di prevenire la calcolosi.