Microbiota e dieta, novità e conferme - Federico Francesco Ferrero
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Microbiota e dieta, novità e conferme

Gli studi scientifici, il Covid ce lo insegna, non sono verità assoluta, soprattutto quelli su pochi casi e non confermati da ulteriori studi. Ma anche evidenze preliminari possono aiutarci a interpretare la realtà.

In questi giorni rileggevo la letteratura a riguardo del microbiota (l’insieme dei microorganismi che popolano il nostro intestino) e ho trovato alcuni spunti di riflessione interessanti. I più recenti studi sul microbiota dimostrano che maggiore è la ricchezza nutrizionale e la varietà degli alimenti assunti e maggiore e la varietà di popolazioni microbiche intestinali, con un vantaggio sia in termini metabolici che, pare, di peso.

Vi sono le prime evidenze che i batteri intestinali potrebbero infatti competere con i nostri villi intestinali nell’assorbimento di materie prime. In sintesi: dieta più varia e senza pesticidi e conservanti significa maggior salute intestinale, maggior numero e varietà di batteri, maggior salute dell’organismo e, probabilmente, minor assorbimento di energia e quindi di grasso perché a “mangiare” non è solo il corpo ma anche tutti i batteri che esso ospita.

Alcuni studi in fase preliminare suggeriscono inoltre che il potenziale aromatico (ricchezza di varietà di profumi) del cibo sarebbe legato alle produzioni biologiche e all’agricoltura priva di pesticidi e fertilizzanti di sintesi e sarebbe verosimilmente correlato a un maggiore potenziale nutrizionale: se la pianta sviluppa più molecole aromatiche verosimilmente sviluppa più molecole in generale.Insomma, alcune delle evidenze empiriche che ho raccolto in oltre quindici anni di professione con i pazienti iniziano ad ottenere le prime conferme: il cibo prodotto con tecniche non intensive è più buono al palato, nutre di più e ingrassa meno. E tutti i miei pazienti possono testimoniarlo prima ancora degli studi scientifici.

Tutte le diete basate su “una mozzarella, un pomodoro, 100g di pasta” non hanno senso, perché molto dipende da “quale” pomodoro, “quale” mozzarella, “quale” pasta. E infatti non le ho mai prescritte in maniera generica. Una conferma e una piccola soddisfazione…