Caro dott. Ferrero, il mio problema è un po’ particolare. Non riesco a ingrassare. Ma mangio, glielo giuro, pure parecchio. L’appetito non mi manca e non sono fissata né della bilancia né della conta delle calorie, ma non c’è nulla da fare, non metto su un etto. Neanche se mi mangio un panettone intero. Come posso fare ad essere un po’ più piena?
Chiara
Chiara, inizierei a dirti che la magrezza, se non abbia ragioni legate a disturbi della condotta alimentare e non superi i parametri universalmente riconosciuti come accettabili dalla comunità scientifica, non è una malattia. Un dimagrimento che insorge, senza motivo, ad un certo punto della vita deve far preoccupare ma se il peso è il medesimo da anni non mi metterei assolutamente in allarme.
La percezione di “magro” o “grasso” dipende intanto da questioni di tipo sociale. Se Lei guarda un film degli anni Settanta, noterà che i protagonisti, soprattutto maschi, sono piuttosto magri rispetto ai parametri odierni. In Grecia invece, oggi, una persona che noi considereremmo obesa è valutata come normopeso. Si interroghi però sulla reale quantità di energia che lei ingerisce e consuma. Fa tre, o meglio, cinque pasti al giorno? Mangia delle porzioni normali o, dopo un po’, le si “chiude lo stomaco”? Quanto è il tempo che dedica allo sport o all’attività fisica in generale? Vive in ambienti freddi? E, soprattutto, quanto dorme per notte? Perché un parametro da cui spesso dipende l’eccessivo consumo calorico è proprio la mancanza di ore di riposo.
Ciò detto, questa è la dimostrazione che ognuno di noi ha il proprio metabolismo, che questo è influenzato da attività di tipo fisico ma anche di tipo intellettuale, e che il livello di ansia e le ore di veglia sono parametri importanti nel consumo delle risorse. Se tutti questi dati sono normali no si angusti: milioni di persone nel mondo pensano che Lei sia semplicemente fortunata.