Pizza al trancio - Lettere a Federico Francesco Ferrero
/

Pizza al trancio

Caro dott. Ferrero, sono una studentessa di diciassette anni, abbastanza sportiva. Monto a cavallo tre volte a settimana e vado in palestra altre due.  A colazione mangio una tazza di latte e cereali a casa e poi al bar, prima di entrare a scuola un caffè a una brioche. Alla pausa tra le lezioni prendo una pizzetta. Finisco scuola alle due e mangiamo con i miei amici un trancio di pizza nella panetteria all’angolo, con una bibita. Poi vado a fare sport. Studio un po’ prima di cena e un’oretta o due dopo cena. A cena mangiamo pasta o bistecca o tutte e due. Nell’ultimo anno ho preso due taglie e non ne capisco il motivo.

Lara, Milano.


Cara Lara, le mie compagne di classe erano tutte magrissime. Eppure nessuno andava in palestra e mangiavamo di sicuro di più. Cosa è cambiato? Sai che molte tue amiche vestono una taglia in più delle loro madri? Perché? Innanzitutto è diminuito il movimento. Fin dall’età infantile ci si sposta molto di più in macchina che a piedi e si corre meno, si vive meno all’aria aperta, si passa più tempo immobili sul divano con un ipad o un telefono. Questo favorisce il proliferare degli accumuli di grasso. Inoltre il cibo che mangiate oggi contiene molto più grasso e molto più zucchero (la farina della pizza, spesso pessima, del bar o della panetteria ha lo stesso profilo nutrizionale dello zucchero puro) e, soprattutto, pochissime fibre (verdure). Recenti studi hanno anche posto il dubbio che i pesticidi oggi contenuti nel cibo (dai grani alle verdure, dal vino alla frutta) siano pro-ormoni delle molecole che favoriscono l’accumulo di grasso sui fianchi e l’iper-espressione dei caratteri sessuali secondari femminili (seno ad esempio). La soluzione è limitare i danni camminando molto, utilizzando farine semi-integrali da grani puliti, mangiando molta verdura e rinunciando, per un po’, alla pizza e al croissant.