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Svezzamento

Caro dott. Ferrero, ho una bimba di quattro mesi che si approssima allo svezzamento. 

I pediatri hanno opinioni discordanti sull’introduzione dei cibi nella dieta di un neonato: chi vuole dare tutti i cibi subito e che predilige integrarli poco per volta.

Qual è il suo parere in proposito?

Miriam 


Cara Miriam, credo che il buon senso, quello che ha sempre guidato le nostre bisnonne e le loro nonne, se la sia cavata più che egregiamente in questi ultimi anni di evoluzione, e probabilmente anche nei secoli precedenti.

Se il neonato viene allattato al seno, cosa auspicabile e, raccomanda l’Organizzazione Mondiale della Sanità, da protrarsi il più possibile —anche qui agendo con una certa dose di buon senso sul momento in cui il bambino deve rinunciare alla tetta materna— al sesto mese sarà opportuno fornirgli dei nutrienti solidi, che gli garantiscano tutte le sostanze necessarie al suo rapido accrescimento, soprattutto sali minerali, ferro, grassi e proteine. Proceda con gradualità, e senza bisogno di seguire un calendario prestabilito, partendo da verdure cotte, crema di riso, carne, frutta, pesce. L’attenzione deve essere invece posta su zucchero e sale, che non sono alimenti indispensabili al neonato, e sono già contenuti nei cibi e nella frutta, come pure il miele, che sarebbe meglio riservare dopo i dodici mesi. Le consiglio di fare molta attenzione inoltre ai conservanti contenuti nei cibi confezionati: il prosciutto cotto è normalmente ricco di sali e altre sostanze che ne mantengono aspetto e umidità. Proceda quindi allo svezzamento con prodotti freschi, verdure coltivate sena pesticidi, farine macinate a pietra ottenute da grani antichi, frutta di stagione. E prepari lei le prime pappe, attendendo la comparsa dei dentini per i cibi solidi. Oltre alle implicazioni legate alla salute, questo momento di formazione al gusto, determinerà le scelte alimentari di suo figlio per tutta la vita.